poesie donna

 

Tieni sempre presente che la pelle fa le rughe,
i capelli diventano bianchi,
i giorni si trasformano in anni….
Però ciò che è importante non cambia;
la tua forza e la tua convinzione non hanno età.
Il tuo spirito è a colla di qualsiasi tela di ragno.
Dietro ogni linea di arrivo c`e` una linea di partenza.
Dietro ogni successo c`e` un'altra delusione.
Fino a quando sei viva, sentiti viva.
Se ti manca ciò che facevi, torna a farlo.
Non vivere di foto ingiallite…
insisti anche se tutti si aspettano che abbandoni.
Non lasciare che si arrugginisca il ferro che c`e` in te.
Fai in modo che invece che compassione, ti portino rispetto.
Quando a causa degli anni non potrai correre, cammina veloce.
Quando non potrai camminare veloce, cammina.
Quando non potrai camminare, usa il bastone.
Però non trattenerti mai!!!

Madre Teresa di Calcutta

 


 

 

Le donne. Quell'universo conosciuto.

Imparano la sottile arte dell'equilibrismo già a quattro anni, quando, furbe e vanitose, si fingono indossatrici sui tacchi della mamma. Poco importa se quelle scarpe sono di dieci numeri più grandi, e se rischiano, seriamente, di spezzarsi l'osso del collo. Loro ci provano lo stesso.
Perché le donne ci provano sempre.

Quelle vere vanno a dormire struccate. E, al mattino, si svegliano con la faccia stropicciata dal sonno, l'impronta del cuscino stampata sulla guancia, i capelli da quattrocentomila volts, che sfidano allegramente la forza di gravità. Si guardano allo specchio. Non si piacciono. E si fanno una smorfia, una pernacchia, un gesto signorile col dito medio.
Perché le donne sanno ridere di sé stesse.

Quando vanno a fare la spesa struccate, in tuta, e con le infradito ( perché tanto il supermercato è a dieci metri. Prendo, pago, e scappo a casa ), si imbattono nel più figo del quartiere. Uno che, fino al giorno prima, neppure sapevano esistesse, e che ora, invece, è lì, davanti a loro, e chiede gentilmente "permesso", all'angolo tra lo scaffale della pasta e quello degli assorbenti extra-large, con le ali, il passaporto, le cerniere, e i bottoncini.
Se ci ritornano il giorno dopo, su un infallibile tacco dodici, con due mani di vernice sulla faccia, e la messa in piega fresca fresca del parrucchiere, al massimo inciampano nella dirimpettaia pettegola, o in un ottantenne allupato.
Perché le donne, qualche volta, sbagliano i tempi.

Alcune hanno una propensione naturale per la moda. Altre, si tuffano alla cieca nell'armadio.
In entrambi i casi, capita di rado che si sentano soddisfatte del risultato. Eppure, sono belle comunque.
Perché le donne sono belle in ogni caso. Specie quando indossano sé stesse.

Nascono con una strana propensione genetica, che permette loro di fare più cose contemporaneamente: parlare al telefono, rimescolare il sugo, annaffiare le piante, stendere il bucato, lavorare ad una sentenza, preparare un esame, fissare un incontro con il commercialista, ed uno con le amiche, salutare la dirimpettaia pettegola, sfogliare una rivista di moda, sopportare gli uomini.
Perché le donne sanno fare miracoli. Solo che, spesse volte, lo dimenticano.

Se un'amica piange per lo stronzo di turno, quello diventa stronzo pure per loro. La par-condicio dell'amore.
Perché le donne sono soldati con la gonna ( o con un tubino nero, e i tacchi a spillo ). Bravi marinai nella tempesta. Non abbandonano il fronte davanti al pericolo.

Sanno fanculizzare un uomo con innata eleganza. E non importa quanto, e quanto a lungo, piangeranno, accucciate nel buio della propria stanza. In quel momento, nel momento della fine, sanno tenere la schiena dritta, e la testa alta. Ed affrontano così qualunque tipo di dolore.
Perché le donne conoscono la differenza tra orgoglio e dignità. Hanno imparato da tempo quanto stupido possa essere il primo, ed irrinunciabile la seconda.

Conoscono l'arte dell'ironia. La pericolosità dell'intelligenza. La delicatezza di una femminilità che non cerca ostentazione ad ogni costo. Il talento delle nevrosi. La mania dello shopping compulsivo-lenitivo. L'importanza della solitudine. La vergogna di chi non sa piangere. La forza dirompente delle proprie, infinite, fragilità. La magnificenza di un sorriso dato. E di un sorriso preso.

Alle mie lettrici.
Ad ogni donna. Piccola o grande. Giovane e meno giovane. Felice o sfortunata.
Ed un po' anche a me. Se permettete.

Antonia Storace - Donne al Quadrato -

 

 

SONO DIVERSA E MI SENTO SBAGLIATA

Ci sono donne che si sentono profondamente diverse.

Diverse perchè i loro desideri non sono quelli di tutte le altre.
Diverse perché non si esprimono come tutte le altre.
Diverse perché vorrebbero andare in posti diversi da tutte le altre.
Diverse perché non pensano e non sentono come tutte le altre.

Queste donne si sentono così diverse da pensare di essere sbagliate. 
“Cos’ho che non va ?” si chiedono qualche volta con le lacrime agli occhi. 
“Perché sento queste cose?” si domandano sbigottite.

Vorrebbero trasformarsi in quello che non sono. Ma non succede. Perché c’è una voce dentro di loro che parla e dice ” Vai da un’altra parte”, “Segui un’altra strada”.

E’ la voce delle ali di farfalla. 
Sono ali che spesso le donne non sanno di avere. 
Perché non le vedono. 
Sono dietro di loro.

Sono proprio quelle ali a renderle diverse: speciali. 
Sono quelle ali che le spingono a volare nessuno vola. 
A cercare dove nessuno cerca. 
A sperare dove nessuno spera.
A cantare dove nessuno canta. 
Ad amare dove nessuno ama.

Sono ali grandi e maestose, dei colori della notte e del giorno. Sono cariche di promesse quelle ali. 
Basta muoversi verso la direzione in cui ti spingono, per iniziare a volare verso spazi misteriosi, ricchi di promesse tutte da scoprire…

Simona Oberhammer - La Via Femminile

 

 

Alla Mia Donna

Oh Donna, tu che mia figlia in grembo portasti
Bella donna! Meravigliosa!
Sei.... come il sole che riscalda,
legna che brucia nel camino, l'inverno.
Sei... come musica che rompe il silenzio!
Sei... quella voce che rassicura,
chiama, chiede dove sono!
Sei... quella parte che mancava in me,
ora, non più
perché sei con me!
Tu Sei la Mia Donna.

Marco Pellacani

Buon 8 marzo, a tutte le donne
A quelle che non hanno il dono di un sorriso
A quelle che non hanno una carezza sulla pelle
A quelle che non conoscono la dolcezza
A quelle che in silenzio subiscono la violenza.
A quelle che non possono sciogliersi i capelli al vento
Buon 8 marzo, a tutte le donne
A quelle che abbracciano con amore
A quelle che illuminano l’anima
A quelle che parlano dentro oltre lo sguardo
A quelle che sorridono con i colori dell’arcobaleno
A tutte quelle che danno energia alla libertà della vita

Michele Luongo

 

Il Coraggio delle Donne

Sono coraggiose le donne,
ci costa caro, ma bisogna ammetterlo.
La fragilità? Solo uno stato culturale,
più che un dato biologico.
Sono forti e coraggiose, le donne.
Quando scelgono la solitudine,
rinunciando a un falso amore,
smascherandone la superficialità.
Sono coraggiose le donne, quando
crescono i figli senza l'aiuto di nessuno,
rivalutando l'ancestrale primato,
quello di essere mamme.
Hanno il coraggio di non chiedere
a uomini che sono anche padri,
la loro presenza,puntualmente assente.
Uomini che rifuggono le proprie responsabilità,
trincerandosi in comodi ruoli o paraventi
infantili di adulti mai cresciuti.
Sono forti e coraggiose, le donne,
quando a discapito di tutto e di tutti
scelgono i propri compagni; costruendo solide storie
spendendo patrimoni sentimentali, contro la morale comune.
Sono forti e coraggiose, le donne, quando sopportano,
violenze di ogni tipo, per salvaguardare quello che resta di famiglie,
che non son più tali
Sono la speranza del mondo, le donne, in qualsiasi
circostanza continuano a far nascere uomini,
che poi le tradiranno.

Bruno Esposito

 

 

Donna

Donna, non sei soltanto l'opera di Dio,
ma anche degli uomini, che sempre
ti fanno bella con i loro cuori.
I poetai ti tessono una rete
con fili di dorate fantasie;
i pittori danno alla tua forma
sempre nuova immortalità.
Il mare dona le sue perle,
le miniere il loro oro,
i giardini d'estate i loro fiori
per adornarti, per coprirti,
per renderti sempre più preziosa.
Il desiderio del cuore degli uomini
ha steso la sua gloria
sulla tua giovinezza.
Per metà sei donna,
e per metà sei sogno.

Rabindranath Tagore

 

 

Donna

Nel tuo esserci l'incanto dell'essere,
La vita, tua storia,
segnata dal desiderio d'essere
semplicemente donna!
Nel tuo corpo ti porti,
come nessun altro,
il segreto della vita!
Nella tua storia
la macchia dell'indifferenza,
della discriminazione, dell'oppressione…
in te l'amore più bello,
la bellezza più trasparente,
l'affetto più puro
che mi fa uomo!

Eliomar Ribeiro de Souza
Poeta Brasiliano

 

Donna

Donna posso a malapena esprimere
le mie tante emozioni e pensieri.
Dopo tutto sarò sempre in tuo debito.
Donna
Tenterò di esprimere
i miei più intimi pensieri e riconoscenza
per avermi mostrato il significato del successo.

Donna
io so che tu comprendi
il bambino che c'e' dentro a un uomo.
Ti prego ricorda che la mia vita è nelle tue mani.
E Donna
Tienimi dentro al cuore
per quanto lontani ci possano tenere.
Dopo tutto è scritto nelle stelle.

Donna
ti prego lasciami spiegare
un argomento che ti causa dolore.
Allora lasciami dire ancora ancora e ancora
che ti amo.
Ora e per sempre
ti amo.
Anonimo



 

Cuore di donna

Ci sono donne che camminano controvento da una vita….
Ci sono donne che hanno occhi profondi e sconosciuti come oceani…
Ci sono donne che cambiano pelle per amore….
Ci sono donne che donano il loro cuore
...per poi ritrovarsi a raccattarne i cocci da sole…
Ci sono donne che in silenzio fanno ballare la propria anima
su una spiaggia al tramonto…
…se ti fermi un istante le puoi sorprendere…
…mentre lottano contro il proprio istinto…
…mentre fanno passeggiare il proprio dolore a piedi nudi…
…affrontando onde che ad ogni mareggiata sono sempre più minacciose...
Ci sono donne che chiudono gli occhi…ascoltando una musica lenta...
…che rende ancora più salate le loro lacrime...
Ci sono donne che con orgoglio ma con il nodo in gola….rinunciano alla felicità...
Ci sono donne che con i loro occhi fotografano quegli splendidi ma così
fugaci attimi in cui si sentono abbracciate dall'amore…
…sperando di mantenerli vivi e colorati per sempre…..
…se apri gli occhi un istante le puoi osservare…
...mentre disseminano briciole di se stesse
lungo il percorso verso quel treno che le porterà via...
...mentre urlano la loro rabbia contro vetri tremolanti di una casa diventata prigione...
...mentre sorridono di disperazione a chi le vorrebbe far tornare alla vita di sempre…
Ci sono donne che non si fermano davanti a nulla…
...perché non troveranno mai la fine di quel filo…
Ci sono donne che hanno fatto un nodo per ogni loro lacrima…
...sperando che arrivi qualcuno a scioglierli….
…non fermare il cuore di una donna….niente vale di più
…non far piangere una donna….ogni lacrima è un po' di lei stessa che se ne va…
...non farla aspettare da sola ed impaurita seduta sul confine della pazzia...
...e se la vuoi amare...fallo davvero...con tutto te stesso….
stringila e proteggila….lotta per lei…uccidi per lei….piangi con lei...
…donale il più bel raggio di sole….ogni giorno…
...tieni sempre accesa quella luce nei suoi occhi…
...quella luce è speranza…è amore…è puro spirito…è vento…
...è la più bella stella di qualsiasi notte…

Chiara De Felice

 

 

Voce di Donna

Io nacqui sposa di te soldato.
So che a marce e a guerre
lunghe stagioni ti divelgon da me.

Curva sul focolare aduno bragi,
sopra il tuo letto ho disteso un vessillo,
ma se ti penso all'addiaccio
piove sul mio corpo autunnale
come su un bosco tagliato.

Quando balena il cielo di settembre
e pare un'arma gigantesca sui monti,
salvie rosse mi sbocciano sul cuore.
Che tu mi chiami,
che tu mi usi
con la fiducia che dai alle cose,
come acqua che versi sulle mani
o lana che ti avvolgi intorno al petto.

Sono la scarna siepe del tuo orto
che sta muta a fiorire sotto convogli di zingare stelle.

Antonia Pozzi

 

 

Corpo di donna ...

Corpo di donna, bianche colline, cosce bianche,
assomigli al mondo nel tuo gesto di abbandono.
Il mio corpo di rude contadino ti scava
e fa scaturire il figlio dal fondo della terra.
Fui solo come un tunnel. Da me fuggivano gli uccelli
e in me irrompeva la notte con la sua potente invasione.
Per sopravvivere a me stesso ti forgiai come un'arma,
come freccia al mio arco, come pietra per la mia fionda.
Ma viene l'ora della vendetta, e ti amo.
Corpo di pelle, di muschio, di latte avido e fermo.
Ah le coppe del seno! Ah gli occhi d'assenza!
Ah le rose del pube! Ah la tua voce lenta e triste!
Corpo della mia donna, resterò nella tua grazia.
Mia sete, mia ansia senza limite, mio cammino incerto!
Rivoli oscuri dove la sete eterna rimane,
e la fatica rimane, e il dolore infinito.

Pablo Neruda

 

«Mater dolcissima, ora scendono le nebbie,
il Naviglio urta confusamente sulle dighe,
gli alberi si gonfiano d'acqua, bruciano di neve;
non sono triste nel Nord: non sono
in pace con me, ma non aspetto
perdono da nessuno, molti mi devono lacrime
da uomo a uomo. So che non stai bene, che vivi
come tutte le madri dei poeti, povera
e giusta nella misura d'amore
per i figli lontani. Oggi sono io
che ti scrivo.» - Finalmente, dirai, due parole
di quel ragazzo che fuggì di notte con un mantello corto
e alcuni versi in tasca. Povero, così pronto di cuore
lo uccideranno un giorno in qualche luogo. -
«Certo, ricordo, fu da quel grigio scalo
di treni lenti che portavano mandorle e arance,
alla foce dell'Imera, il fiume pieno di gazze,
di sale, d'eucalyptus. Ma ora ti ringrazio,
questo voglio, dell'ironia che hai messo
sul mio labbro, mite come la tua.
Quel sorriso m'ha salvato da pianti e da dolori.
E non importa se ora ho qualche lacrima per te,
per tutti quelli che come te aspettano,
e non sanno che cosa. Ah, gentile morte,
non toccare l'orologio in cucina che batte sopra il muro
tutta la mia infanzia è passata sullo smalto
del suo quadrante, su quei fiori dipinti:
non toccare le mani, il cuore dei vecchi.
Ma forse qualcuno risponde? O morte di pietà,
morte di pudore.

Addio, cara, addio, mia dolcissima mater.»

Salvatore Quasimodo

 

 

Canto della Donna

Oggi l' ansiosa quiete è in agguato
nella nostra piccola casa
la battaglia è finita, amore mio,
ma tu ancora non torni.
Ti ho implorato , e ho pianto,
perché non mi hai ascoltato?
Tu sei partito e la nostra stanza
s'è riempita di silenzio : e io non respiravo
Sentivo solo il mio cuore
che batteva stretto dall'angoscia,
e con le mani tese
avrei voluto ritrovarti..........
Sono gelosa, amore
odio perfino la parola " libertà"
che oggi cosi follemente
ti ha trascinato via.
Forse sei tu che hai ragione,
forse, amore mio!! ma io soffro e mi pesa,
questa paurosa solitudine,
questa intrusa nella nostra stanza.
Su di te la porta s'è chiusa.
Lo so!!.....
TU NON RITORNERAI PIU'

Anonimo

 

 

Sorriso di donna

Sorridi donna
sorridi sempre alla vita
anche se lei non ti sorride

Sorridi agli amori finiti
sorridi ai tuoi dolori sorridi comunque

Il tuo sorriso sarà:
luce per il tuo cammino
faro per naviganti sperduti

Il tuo sorriso sarà:
un bacio di mamma
un battito d'ali
un raggio di sole per tutti.

Anonimo

 

 

Dimmi Donna

Dimmi donna dove nascondi il tuo mistero
donna acqua pesante volume trasparente
più segreta quanto più ti spogli
quale è la forza del tuo splendore inerme
la tua abbagliante armatura di bellezza
dimmi non posso più con tante armi
donna seduta sdraiata abbandonata
insegnami il riposo il sonno e l'oblio
insegnami la lentezza del tempo
donna tu che convivi con la tua carne ignominiosa
come accanto ad un animale buono e calmo
donna nuda di fronte all'uomo armato
togli dalla mia testa questo casco d'ira
calmami guariscimi stendimi sulla fresca terra
toglimi questi vestiti di febbre che mi asfissiano
sommergimi indeboliscimi avvelena il mio pigro sangue
donna roccia della tribù sbandata
discingimi queste maglie e cinture di rigidezza e paura
con cui mi atterrisco e ti atterrisco e ci separo
donna oscura e umida pantano edenico
voglio la tua larga fragrante robusta sapienza,
voglio tornare alla terra e ai suoi succhi nutritivi
che corrono sul tuo ventre e i tuoi seni e irrigano la tua carne
voglio recuperare il peso e la completezza
voglio che tu m'inumidisca, m'ammolli, m'effemini
per capire la femminilità, la morbidezza umida del mondo
voglio appoggiata la fronte nel tuo grembo materno tradire
il ferreo esercito degli uomini
donna complice unica terribile sorella
dammi la mano torniamo ad inventare il mondo noi due soli
voglio non distaccare mai gli occhi da te
donna statua fatta di frutta colomba cresciuta
lasciami sempre vedere la tua misteriosa presenza
il tuo sguardo di ala e seta e lago nero
il tuo corpo tenebroso e raggiante plasmato di slancio senza incertezze
il tuo corpo infinitamente più tuo che per me quello mio e che
dai di slancio senza incertezze senza tenerti niente il tuo
corpo pieno e uno illuminato tutto di generosità donna mendicante
prodiga porto del pazzo Ulisse non permettere che io
dimentichi mai la tua voce di uccello memorioso
la parola calamitata che nel tuo intimo pronunci sempre nuda
la parola sempre giusta di folgorante ignoranza
la selvaggia purezza del tuo amore insensato
delirante senza freno abbrutito invidiato
il gemito nettissimo della tenerezza
lo sguardo pensieroso della prostituzione
la cruda chiara verità dell'amore che assorbe e divora e
si alimenta l'invisibile zampata della divinazione
l'accettazione la comprensione la sapienza senza strade
la spugnosa maternità terreno di radici
donna casa del doloroso vagabondo
dammi da mordere la frutta della vita
la stabile frutta di luce del tuo corpo abitato
lasciami reclinare la mia fronte funesta
sul tuo grave grembo di paradiso boscoso
spogliami acquietami guariscimi di questa colpa acre
di non essere sempre armato ma soltanto io stesso.

Tomàs Segovia

 

 

Alla Sua Donna

Cara beltà che amore
lunge m'inspiri o nascondendo il viso,
fuor se nel sonno il core:,
ombra diva mi scuoti,
o ne' campi ove splenda
più vago il giorno e di natura il riso;
forse tu l'innocente
secol beasti che dall'oro ha nome,
or leve intra la gente
anima voli? o te la sorte avara
ch'a noi, t'asconde, agli avvenir prepara?

Viva mirarti ormai
nulla spene' m'avanza;
s'allor non fosse, allor che ignudo e solo
per novo calle a peregrina stanza
verrà lo spirto mio. Già sul novello
aprir di mia giornata incerta e bruna,
te viatrice in questo arido suolo
io mi pensai. Ma non è cosa in terra
che ti somigli; e s'anco pari alcuna
ti fosse al volto, agli atti, alla favella,
saria, così conforme, assai men bella.

Fra cotanto dolore
quanto all'umana età propose il fato,
se vera e quale il mio pensier ti pinge
alcun t'amasse in terra, a lui pur fora
questo viver beato:
e ben chiaro vegg'io siccome ancora
seguir loda e virtù qual ne' prim'anni
l'amor tuo mi farebbe. Or non aggiunse
il ciel nullo conforto ai nostri affanni;
e teco la mortal vita saria
simile a quella che nel cielo india

Per le valli ove suona
del faticoso agricoltore il canto,
del giovanile error che m'abbandona;
e per li poggi, ov'io rimembro e piagno
i perduti desiri, e la perduta
speme de' giorni miei: di te pensando,
a palpitar mi sveglio. E potess'io
nel secol tetro e in questo aer nefando,
l'alta specie serbar; che dell'imago,
poi che del ver m'è tolto, assai m'appago.

Se dell' eterne idee
l'una sei tu, cui di sensibil forma
sdegni l' eterno senno esser vestita,
e fra caduche spoglie
provar gli affanni di funerea vita;
o s'altra terra ne' superni giri
fra' mondi innumerabili t' accoglie, '
e più vaga del Sol prossima stella
t'irraggia, e più benigno etere spiri;
di qua dove son gli anni infausti e brevi,
questo d'ignoto amante inno ricevi.

Giacomo Leopardi

 

 

 

Di Fresca Donna Riversa in Mezzo ai Fiori

S'indovinava la stagione occulta
dall'ansia delle piogge notturne,
dal variar nei cieli delle nuvole,
ondose lievi culle;
ed ero morto.

Una città a mezz'aria sospesa
m'era ultimo esilio,
e mi chiamavano intorno
le soavi donne d'un tempo,

e la madre, fatta nuova dagli anni,
la dolce mano scegliendo dalle rose
con le più bianche mi cingeva il capo.

Fuori era notte
e gli astri seguivano precisi
ignoti cammini in curve d'oro
e le cose fatte fuggitive
mi traevano in angoli segreti
per dirmi di giardini spalancati
e del senso di vita;
ma a me doleva ultimo sorriso
di fresca donna riversa in mezzo ai fiori.

Salvatore Quasimodo

 

 

 

Donne Appassionate

Le ragazze al crepuscolo scendendo in acqua,
quando il mare svanisce, disteso. Nel bosco
ogni foglia trasale, mentre emergono caute
sulla sabbia e si siedono a riva. La schiuma
fa i suoi giochi inquieti,lungo l'acqua remota.

Le ragazze han paura delle alghe sepolte
sotto le onde, che afferrano le gambe e le spalle:
quant'è nudo, del corpo. Rimontano rapide a riva
e si chiamano a nome, guardandosi intorno.
Anche le ombre sul fondo del mare, nel buio,
sono enormi e si vedono muovere incerte,
come attratte dai corpi che passano. Il bosco
è un rifugio tranquillo, nel sole calante,
più che il greto, ma piace alle scure ragazze
star sedute all'aperto, nel lenzuolo raccolto.

Stanno tutte accosciate, serrando il lenzuolo
alle gambe, e contemplando il mare disteso
come un prato al crepuscolo. Oserebbe qualcuna
ora stendersi nuda in un prato? Dal Mare
balzerebbero le alghe, che sfiorano i piedi,
a ghermire e ravvolgere il corpo tremante.
Ci son occhi nel mare, che traspaiono a volte.

Quell'ignota straniera, che nuotava di notte
sola e nuda, nel buio quando la luna,
è scomparsa una notte e non torna mai più.
Era grande e doveva esser bianca abbagliante
perchè gli occhi, dal fondo del mare, giungessero a lei.

Cesare Pavese

 

 

 

Scrivo a Te Donna

Ogni mattina, dopo il segno della croce,
scriverti
è come recitare una preghiera.
Non si può far di peggio,
ma io so fare di meglio.
Ora che non ti vedo,
di buon mattino,
mentre tutti dormono,
prendo la penna, come un ladro prenderebbe
la chiave di un forziere,
e con la penna
rubo la vita che non mi appartiene
e scavo un camminamento
per raggiungere te che, contro ogni legge,
considero mia.

Salvatore Fiume

 



 

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