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  • 19 Maggio 2015

    3.5 (70%) 2 votes

    NON BASTA

    non basta rivolgersi contro la tirannia
    di un paese frammentato,
    già cenere sparsa e spenta
    noi calpestati come mozziconi
    e non possiamo più sentire
    più della polvere al vento,
    rintanati nelle nostre singole conche di fumo
    e non possiamo più vivere
    ingoiati in un traffico di sabbia negli occhi

    qual era quella luce? Che accendeva gli animi
    qual era quella voce, la vita?
    qual son io, umana forma d’essere?

    All’uomo che vaga solo nella rivolta
    all’uomo che grida per sé stesso

    noi siamo sete che prega
    noi siamo cori di voce che pregano
    in un deserto, seccamente vuoto
    noi dobbiamo pregare

    Ma il nostro deserto è un deserto d’asfalto

    che affolla il cielo sopra di noi

    traffichi di nuvole accerchiano

    i piedi in corsa, pesanti, il piombo,

    rumori, un rombo che mette in moto

    una terra rivestita, soffocata, piegata

    sotto una veste dura e sopra di me

    premeva il cuore assopito

    come un cielo di ferro che quasi

    fissava il suo occhio acceccato, affilato

    per scoperchiare il mondo e franarlo

    per intravedere quelli che da secoli

    scomparvero lontano,

    un Uomo e una Donna,

    una Donna e un Uomo

    Esseri Umani

    lontano il cammino si appartava

    piangente, lontano, non era il deserto

    non era il deserto, magari, un deserto

    questo inverno non cenna a placarsi

    oggi ho comprato un altro fiore

    messo lì fermo ad aspettare, un tavolo

    una goccia d’acqua, a giorni a giorni

    che si muovono gocce a scrosci

    a giorni che non ti chiamo, non ti sento

    non ti tocco,

    le volte del cielo spedivano il loro corso

    in un lamento, ieri domani e oggi, nulla

    non questo è il mondo, non questo

    pregarsi di non lasciare questo mondo così

    così tutti fremono nel mondo, il piacere

    avvolto dalla nebbia lo zapping d’immagini,

    dove la nebbia non si vede, solo fari,

    intermittenti, veloci, indifferentemente

    puntati sugli occhi come avvoltoi perversi,

    piacere di conoscerti, andiamo su skype,

    piacere, non ti tocco, piacere, non ti vedo,

    sì ti vedo, vediamoci

    mi piaci,

    l’altra notte era buio,

    queste mani entravano in un corpo

    che dimenticava per un attimo la vita

    mi piaci, mi hai colpito, simpatico

    come si colpisce

    la solitudine del vuoto,

    sempre vuota

    all’indomani stropicciandomi gli occhi

    non ho pianto, m’incamminavo alla veglia

    questo deserto, questo deserto, è qui

    cammina vicino, tra il tuo naso e la finestra

    tra le sequenze dei giorni, sull’asfalto

    come non sentire in questi rumori, le urla,

    di un bambino soffocato, che gioca sotto

    un cielo che si sgretola?

    Franando sotto i nostri occhi?

    Siamo troppo indaffarati a guardare i nostri piedi

    a mescolarli nella massa dei minuti che passano

    nei labirinti circuiti infiniti che ci siamo costruiti

    i nostri piedi corrono, corrono, e noi li guardiamo

    e il mondo in corsa è il nostro giocattolo preferito

    è lui che ci manovra come marionette

    non si gioca con l’amore, non si gioca col dolore

    accerchiati, demoliti, siamo la nostra prigione

    queste sbarre di ferro son dal cielo alla terra

    l’universo intero,

    abbiamo avuto tanto tempo, quel tempo

    in ogni tempo è il tempo

    e l’amore ci chiama a sé, ciechi

    scoperchiamo i cieli, frantumiamo la terra,

    nudi, senza speranza, andiamo, a prenderla

    scoperchiamo i cieli, frantumiamo la terra

    e corriamo a prendere aria,

    smog, ah oggi proprio non respiravo,

    cercavo cogli occhi un luogo dove ci fosse aria

    adesso anche i bar vendano aria pulita

    un sorso e via!, un nuovo giorno comincia

    te la vendano a 2 euro al sorso, macchinette

    attaccate dappertutto, tipo aerosol,

    per le scorte d’aria sto facendo un mutuo

    quelle macchinette son l’aperitivo di moda,

    aperi-aerosol, le chiamavano, un sorso e via!

    Abbiamo gridato abbastanza anche oggi

    vetri rotti da tutte le parti sopra la cenere

    e le sigarette non son più di moda.

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