Il piccolo principe (Le Petit Prince) è l'opera più conosciuta di Antoine de Saint-Exupéry. Pubblicato nel 1943, è un racconto molto poetico che nella forma di un'opera letteraria per ragazzi - affronta temi come il senso della vita e il significato dell'amore e dell'amicizia.
Video Narrato da Il Piccolo Principe
Brano Tratto da " Il piccolo principe"
In quel momento apparve la volpe.
"Buon giorno", disse la volpe.
"Buon giorno", rispose gentilmente
il piccolo principe, voltandosi: ma non vide
nessuno.
"Sono qui", disse la voce, "sotto
al melo…."
"Chi sei?" domandò il piccolo principe,
" sei molto carino…"
"Sono la volpe", disse la volpe.
" Vieni a giocare con me", disse
la volpe, "non sono addomesticata".
"Ah! scusa ", fece il piccolo principe.
Ma dopo un momento di riflessione soggiunse:
" Che cosa vuol dire addomesticare?"
" Non sei di queste parti, tu",
disse la volpe" che cosa cerchi?"
" Cerco gli uomini", disse il piccolo
principe.
" Che cosa vuol dire addomesticare?"
" Gli uomini" disse la volpe"
hanno dei fucili e cacciano. E' molto noioso!
Allevano anche delle galline. E' il loro
solo interesse. Tu cerchi le galline?"
"No", disse il piccolo principe.
" Cerco degli amici. Che cosa vuol dire
addomesticare?"
" E' una cosa da molto dimenticata.
Vuol dire creare dei legami…"
" Creare dei legami?"
" Certo", disse la volpe. "
Tu, fino ad ora per me, non sei che un ragazzino
uguale a centomila ragazzini. E non ho bisogno
di te. E neppure tu hai bisogno di me. Io
non sono per te che una volpe uguale a centomila
volpi. Ma.se tu mi addomestichi, noi avremo
bisogno uno dell'altro. Tu sarai per me unico
al mondo, e io sarò per te unica al mondo."
" Comincio a capire", disse il
piccolo principe. " C'è un fiore…. Credo
che mi abbia addomesticato…"
"E' possibile", disse la volpe
"capita di tutto sulla terra…"
"Oh! Non è sulla terra", disse
il piccolo principe.
La volpe sembrò perplessa:
" Su un altro pianeta?"
" Sì"
" Ci sono dei cacciatori su questo pianeta?"
" No"
" Questo mi interessa! E delle galline?"
" No"
" Non c'è niente di perfetto",
sospirò la volpe.
Ma la volpe ritornò alla sua idea:
" La mia vita è monotona. Io do la caccia
alle galline, e gli uomini danno la caccia
a me .Tutte le galline si assomigliano, e
tutti gli uomini si assomigliano. E io mi
annoio per ciò. Ma se tu mi addomestichi
la mia vita,
sarà come illuminata. Conoscerò il rumore
di passi che sarà diverso da tutti gli altri.
Gli altri passi mi faranno nascondere sotto
terra. Il tuo, mi farà uscire dalla tana,
come una musica. E poi, guarda! Vedi, laggiù
in
fondo, dei campi di grano? Io non mangio
il pane e il grano, per me è inutile. I campi
di grano non mi ricordano nulla. E questo
è triste! Ma tu hai dei capelli color d'oro.
Allora sarà meraviglioso quando mi avrai
addomesticato. Il grano, che è dorato, mi
farà pensare a te. E amerò il rumore del
vento nel grano…"
La volpe tacque e guardò a lungo il piccolo
principe:
" Per favore …..addomesticami",
disse.
" Volentieri", rispose il piccolo
principe, " ma non ho molto tempo, però.
Ho da scoprire degli amici e da conoscere
molte cose".
" Non si conoscono che le cose che si
addomesticano", disse la volpe."
gli uomini non hanno più tempo per conoscere
nulla. Comprano dai mercanti le cose già
fatte. Ma siccome non esistono mercanti di
amici, gli uomini non hanno più amici. Se
tu vuoi un amico addomesticami!"
" Che bisogna fare?" domandò il
piccolo principe.
" Bisogna essere molto pazienti",
rispose la volpe.
" In principio tu ti sederai un po'
lontano da me, così, nell'erba. Io ti guarderò
con la coda dell'occhio e tu non dirai nulla.
Le parole sono una fonte di malintesi. Ma
ogni giorno tu potrai sederti un po' più
vicino…."
Il piccolo principe ritornò l'indomani.
" Sarebbe stato meglio ritornare alla
stessa ora", disse la volpe.
" Se tu vieni, per esempio, tutti i
pomeriggi, alle quattro, dalle tre io comincerò
ad essere felice. Col passare dell'ora aumenterà
la mia felicità.
Quando saranno le quattro, incomincerò ad
agitarmi e ad inquietarmi; scoprirò il prezzo
della felicità! Ma se tu vieni non si sa
quando, io non saprò mai a che ora prepararmi
il cuore… Ci vogliono i riti".
" Che cos'è un rito?" disse il
piccolo principe.
" Anche questa è una cosa da tempo dimenticata",
disse la volpe.
" E' quello che fa un giorno diverso
dagli altri giorni, un'ora dalle altre ore.
C'è un rito, per esempio, presso i miei cacciatori.
Il giovedì ballano con le ragazze del villaggio.
Allora il giovedì è un giorno meraviglioso!
Io
mi spingo sino alla vigna. Se i cacciatori
ballassero in un giorno qualsiasi i giorni
si assomiglierebbero tutti, e non avrei mai
vacanza".
Così il piccolo principe addomesticò la volpe.
E quando l'ora della partenza fu vicina:
"Ah!" disse la volpe, "…Piangerò".
" La colpa è tua", disse il piccolo
principe, "Io, non ti volevo far del
male, ma tu hai voluto che ti addomesticassi…"
" E' vero", disse la volpe.
" Ma piangerai!" disse il piccolo
principe.
" E' certo", disse la volpe.
" Ma allora che ci guadagni?"
" Ci guadagno", disse la volpe,
" il colore del grano".
soggiunse:
" Va a rivedere le rose. Capirai che
la tua è unica al mondo".
"Quando ritornerai a dirmi addio ti
regalerò un segreto".
Il piccolo principe se ne andò a rivedere
le rose.
"Voi non siete per niente simili alla
mia rosa, voi non siete ancora niente"
, disse.
" Nessuno vi ha addomesticato e voi
non avete addomesticato nessuno. Voi siete
come era la mia volpe. Non era che una volpe
uguale a centomila altre.
Ma ne ho fatto il mio amico e ne ho fatto
per me unica al mondo".
E le rose erano a disagio.
" Voi siete belle, ma siete vuote",
disse ancora. " Non si può morire per
voi. Certamente, un qualsiasi passante crederebbe
che la mia rosa vi rassomigli, ma lei, lei
sola, è più importante di tutte voi, perché
è lei
che ho innaffiata. Perché è lei che ho messa
sotto la campana di vetro, Perché è lei che
ho riparato col paravento. Perché su di lei
ho ucciso i bruchi (salvo due o tre per le
farfalle). Perché è lei che ho ascoltato
lamentarsi o vantarsi, o anche qualche volta
tacere. Perché è la mia rosa" E ritornò
dalla volpe.
" Addio", disse.
"Addio", disse la volpe. "Ecco
il mio segreto. E' molto semplice: non si
vede bene che col cuore. L'essenziale è invisibile
agli occhi".
" L'essenziale è invisibile agli occhi",
ripeté il piccolo principe, per ricordarselo.
" E' il tempo che tu hai perduto per
la tua rosa che ha fatto la tua rosa così
importante".
"E' il tempo che ho perduto per la mia
rosa…" sussurrò il piccolo principe
per ricordarselo.
" Gli uomini hanno dimenticato questa
verità. Ma tu non la devi dimenticare.
Tu diventi responsabile per sempre di quello
che hai addomesticato. Tu sei responsabile
della tua rosa…"
" Io sono responsabile della mia rosa…."
Ripetè il piccolo principe per ricordarselo.
"<< Ecco il mio segreto. E' molto
semplice:
non si vede bene che col cuore.
L'essenziale è invisibile agli occhi >>."